venerdì 15 marzo 2019

A me piace il mare

A me piace il mare. Il frangersi delle onde, il vento che scompiglia appena i capelli, un gabbiano che garrisce un altro che in risposta stride. E un cagnolino che corre rincorrendo un bastone lanciato da un ragazzino. L'odore della salsedine, di alghe portate a riva dalla mareggiata.
Tra le dune una barca abbandonata lì da anni, era di un ingegnere genovese trasferitosi in Sicilia che parlava sempre di compagni, e di lotte proletarie e che leggeva "il Manifesto".  Tra quelle stesse dune il primo umido bacio.
Mi siedo vicino alla riva bagnata, scavo una piccola buca salta fuori un ragnetto. Lo prendo, lo rigetto in mare.
Inizia a far caldo.

Nota
 Per mio padre e mia madre il mare significava gli scogli e andare a raccogliere i ricci e le patelle per mangiarli sul posto (allora si poteva fare c'erano ancora). Per me erano le spiaggie con le dune nel retrospiaggia.
Odiavo gli scogli, i ricci e le patelle.

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