Non è da coraggiosi», disse Dorothea, «rinunciare a lottare».
«No, non è da coraggiosi», disse Lydgate, «ma che fare quando si ha paura di una paralisi progressiva?».
George Eliot, Middlemarch
Sto finendo di leggere "Middlemarch" della Eliot che nella battute finali mi sta emozionando parecchio. Purtroppo questi grandi classici dell'800 richiedono un grande sforzo di pazienza che viene poi ampiamente ricompensato. Però ci vuole molta pazienza nella lettura.
E lo stupore è grande quando la bella scrittura, lo stile accurato, diventano strumento di una profonda introspezione psicologica che riesce a scandagliare ogni remoto anfratto dell'animo umano.
[...]
E' stata una lettura piacevole, a tratti noiosa (quali classici dell'800 non sono a tratti noiosi?) in cui l 'autrice riesce a scandagliare in profondità l'animo dei suoi protagonisti e la dabbenaggine di una cittadina, Middlemarch, i cui abitanti altolocati (gli umili in questo genere di romanzi sono delle semplici figure sullo sfondo e popolano o le bettole o le mansarde dei loro padroni) giudicano per categorie e senza appello sulla base di una ipocrita moralità. Ci sono pagine molto belle, davvero speciali ed emozionanti. In cui nel racconto non è il fine morale o la favoletta romantica che importa bensì il delinearsi dei singoli caratteri dei vari personaggi e come questi cozzano ognuno con i limiti degli altri.
E' stata una lunga lettura (non l'ho ancora finito in realtà) ma ne valeva la pena.
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